Nell’ottobre del 1926 un gruppo di casse contenenti sculture dell’artista romeno Constantin Brancusi viene scaricato nel porto di New York.
Le opere sono scortate dal fotografo Edward Steichen che intende esibirle in una mostra ufficiale alla galleria Brummer già famosa per aver ospitato alcuni “pezzi pregiati” dell’avanguardia artistica europea.
Quando aprono le casse, gli ufficiali delle dogane federali si trovarono fra le mani dischi, uova, forme ondulose come lingue di fuoco, tutte realizzate in vari materiali quali legno, metallo riflettente e marmo levigatissimo.
Un oggetto, in particolare, li lascia interdetti: è di forma allungata, alto circa un metro e trenta centimentri, in bronzo dorato lucidissimo, con un lieve rigonfiamento ellissoidale recante un’etichetta stupefacente: “Bird in space”.
Ezra Pound su Brancvusi: “un puro genio che libera la forma eidetica dalla materia (l’idea pura o forma a priori)”.